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Dopo le proteste dei giorni scorsi, questa mattina gli studenti del Liceo Eco hanno tentato di occupare l’istituto, affacciandosi da una delle finestre di un’aula con uno striscione, per poi scendere in piazza Matteotti e proseguire la manifestazione all’esterno.

Nel comunicato diffuso dagli studenti si legge la volontà di “prendersi lo spazio in una scuola che non ce lo riserva, per prendere parola in una scuola che si rifiuta di parlare di Palestina e opprime chiunque ci provi”. I ragazzi hanno ribadito di volere un luogo di formazione “che ascolti e non abbia paura di esporsi di fronte a un genocidio”, esprimendo solidarietà sia al popolo palestinese “colpito da due anni di bombardamenti e privazioni” sia all’equipaggio della Global Sumud Flotilla, “intercettato e arrestato illegalmente in acque internazionali”.

La presidenza dell’istituto, guidata da Roberto Grenna, ha richiesto l’intervento della Digos. Poco dopo l’arrivo degli agenti, gli studenti hanno lasciato l’edificio senza tensioni e hanno continuato la protesta all’esterno.

“Non c’è alcuna volontà di bloccare la manifestazione – ha chiarito Grenna – ma se si entra nelle aule e si interrompe il lavoro degli altri non va bene. È una questione di diritto contro diritto: il diritto di manifestare e quello di studiare, che secondo me prevale. Ora i ragazzi stanno manifestando fuori dall’istituto”.

Il dirigente ha infine aggiunto: “È evidente che la protesta dei ragazzi non potrà influenzare le decisioni di Netanyahu. Ma è altrettanto chiaro che stiamo assistendo a un genocidio e i giovani hanno il diritto di esprimere la loro posizione, purché nel rispetto delle lezioni e dei diritti dei compagni”.

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